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Parigi 2024: cento giorni all'inaugurazione dei Giochi

La riflessione di Mara Cinquepalmi su Atlante, il magazine della Treccani, tra tensioni internazionali e record di inclusività. Interviene Nicola Sbetti

 

Il peso del conflitto tra Russia e Ucraina, la situazione in Medio Oriente, l’allerta terrorismo al massimo livello, il rischio scioperi come annunciato da uno dei principali sindacati d’Oltralpe, la CGT (Confédération Générale du Travail). Saranno anche “Games wide open”, ovvero i Giochi olimpici più responsabili, inclusivi, equi e spettacolari di sempre, come il Comitato olimpico internazionale li presenta da tempo, ma Parigi 2024, a 100 giorni dalla cerimonia di apertura (resta per ora confermato il 26 luglio l’evento sulla Senna anche se di recente il presidente Macron ha annunciato un “piano B” nel caso di eccessivi rischi per la sicurezza), deve fare i conti con una situazione geopolitica sempre più complessa.
Dopo l’attentato a Mosca nelle scorse settimane, il governo francese, infatti, ha alzato l'allerta terrorismo al massimo livello, quello che permette misure di sicurezza eccezionali come l'aumento delle pattuglie militari in luoghi pubblici (stazioni ferroviarie, aeroporti e luoghi di culto). A questo proposito, non senza polemiche, nei giorni scorsi sono stati esclusi circa 800 addetti alla sicurezza, tra cui 15 ritenuti «islamisti radicali» ed «ecologisti radicali», come ha spiegato il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin.

Il conflitto tra Russia e Ucraina, però, è la crisi internazionale che più sta condizionando questi Giochi. E non solo in queste ultime settimane. Gli atleti russi e bielorussi gareggeranno come neutrali, quindi senza bandiere, come stabilito dal CIO lo scorso dicembre, e da ultimo è stato deciso, come ha riferito il direttore del CIO James Macleod, che «non parteciperanno alla parata delle delegazioni e delle squadre nella cerimonia di apertura poiché sono atleti individuali». È lo stesso criterio utilizzato, fa notare il CIO, per gli atleti dell’ex Iugoslavia che parteciparono come indipendenti ai Giochi olimpici di Barcellona 1992. Al momento il CIO non ha deciso in merito alla partecipazione di questi atleti alla cerimonia di chiusura, tenendo conto che non saranno le squadre a partecipare, ma tutti gli atleti insieme.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha definito «ingiusta e inaccettabile» la decisione del Comitato olimpico internazionale. Quest’ultimo, poi, ha rincarato la dose esprimendo di recente, in un lungo documento, «ferma condanna» contro la Russia e la sua decisione di organizzare i Giochi dell’Amicizia, oltre che affermare la «forte posizione contro la politicizzazione dello sport». Il governo russo, infatti, ha creato e finanziato la International Friendship Association (IFA) per ospitare i Giochi dell'Amicizia estivi e invernali. La prima edizione dovrebbe tenersi a Mosca ed Ekaterinburg poche settimane dopo i Giochi di Parigi, a settembre 2024.

"Per fare sport ‒ spiega lo storico dello sport Nicola Sbetti ‒ hai bisogno di un avversario che non è il nemico. È vero che l’arena olimpica ha sempre creato una sua ideologia della neutralità che ha consentito l’incontro tra Paesi che non avevano buone relazioni, come le due Coree, ma un conto è essere in uno stato di guerra. Questo è un enorme problema per il CIO".
"La Russia ‒ ha aggiunto ‒ formalmente ha violato il regolamento sportivo, ma se non fosse arrivata la sanzione alla Russia il sistema sportivo sarebbe stato paralizzato dai boicottaggi. Per il conflitto in Medio Oriente mi sembra che, proprio perché non è stata presa una decisione, sarà più difficile. Il CIO non ha intenzione di sanzionare Israele, che ha firmato la tregua olimpica, ma se le truppe saranno ancora a Gaza, cosa succederà? La vera differenza è che non c’è su Israele la stessa pressione come c’è stata sulla Russia".

"Il CIO ‒ ha concluso Sbetti ‒ non risponde a logiche etiche, prende decisioni, cerca di preservare l’universalismo e solo se costretto prende posizioni. Tendenzialmente non c’è la volontà di rinunciare a un proprio membro, ma la tendenza è tenere tutti dentro in nome dell’ideologia della neutralità dello sport. Se Israele violerà la tregua olimpica, potrebbe essere un problema perché con la Russia il CIO ha creato un precedente. Capisco chi li vuole mettere sullo stesso piano, ma non c’è un blocco di Paesi che sta facendo pressione sul CIO per sanzionare Israele"».

Politica a parte (per quanto sia l’aspetto predominante in questi mesi, ma si sa che le Olimpiadi non sono immuni da queste dinamiche), quelli che si disputeranno a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto saranno, dati alla mano, i Giochi più inclusivi di sempre. Saranno, infatti, le prime Olimpiadi 50 e 50. Nel 1900, quando per la prima volta Parigi ospitò le Olimpiadi e per la prima volta le donne poterono gareggiare, le atlete erano il 2,2% dei partecipanti ai Giochi. È solo a partire dall’edizione di Los Angeles 1984 che le donne in gara aumentano costantemente: erano il 23% ai Giochi in America, il 44% a Londra 2012 e il 48% a Tokyo 2020. Da questo punto di vista anche la delegazione italiana registra un record. Per la prima volta l’Italia del pugilato sarà rappresentata più da donne (cinque) che da uomini (tre). A Rio 2016 la compagine femminile era stata rappresentata solo da una donna, Irma Testa. I numeri di oggi fanno capire come il movimento pugilistico femminile sia cresciuto in questi anni.

Parigi 2024 sarà l’edizione più equilibrata per genere anche per quanto riguarda il programma e le medaglie, con 28 sport su 32 e 152 eventi femminili, 157 eventi maschili e 20 eventi di genere misto. Ciò significa che più della metà di tutti gli eventi da medaglia di Parigi 2024 saranno aperti alle atlete. «Stiamo per celebrare uno dei momenti più importanti nella storia delle donne ai Giochi Olimpici e nello sport in generale», ha affermato di recente il presidente del CIO Thomas Bach. Una delle novità più rilevanti è che per la prima volta dalla sua inclusione nel programma olimpico nel 1984, proprio quarant’anni fa ai Giochi americani boicottati dall’URSS, la maratona femminile si svolgerà un giorno dopo quella maschile, e concluderà il programma di atletica l’11 agosto. C’è, però, un’altra importante novità che potrebbe segnare una svolta anche per le prossime edizioni. Nelle scorse settimane il Comitato nazionale olimpico e sportivo francese (CNOSF, Comité National Olympique et Sportif Français) ha deciso che le mamme atlete avranno a disposizione delle stanze, all’Hotel Pleyel di Saint-Denis vicino al villaggio olimpico, per allattare e stare con i loro bambini. Nella stessa struttura sarà allestita un’area family di 100 mq, dove i genitori – che siano atleti o persone degli staff – potranno trascorrere del tempo con i figli. L’operazione ha un costo totale stimato di 40.000 euro. (Atlante Treccani, Mara Cinquepalmi)

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